TRA UOMO E CANE BASTA UNO SGUARDO – Emozioni, pulsioni ed istinto negli animali
Prosegue la rubrica quindicinale di Tesori a quattro zampe TRA UOMO E CANE BASTA UNO SGUARDO, a cura dei volontari cinofili della Croce Rossa Bassa Sabina. L’articolo di oggi è a firma di Rita D’Ambrosi.
“Prima di capire che cosa sia un’emozione, dovremmo fare un passo indietro e comprendere cosa siano le pulsioni e gli istinti. Le azioni derivano da scelte, da un raziocinio, che si esprimono per merito delle cosiddette pulsioni istintive. Le pulsioni (istintive) possono essere acquisite, naturali, presenti nel nostro patrimonio genetico. Ad esempio l’istinto di bere il latte di un cucciolo appena nato, usando le zampe o cercare calore.
Fino all’istinto più articolato di una femmina che al primo parto già sa come accudire la prole, aprire il sacco amniotico, tagliare il cordone ombelicale, chi gliel’ha insegnato? Nessuno, è scolpito nel loro DNA. Impulsi e pulsioni non sono frutto di apprendimento, sono già “dentro” il cane da subito. Noi non possiamo modificarli.
Qualche esempio di impulsi? Aggressività, fame, fuga, sessualità. Un’altra cosa sono gli istinti fra cui il predatorio che permette al cane di nutrirsi. Un altro istinto importante è quello gregale che favorisce la sopravvivenza in alcuni ambienti grazie a un potenziale gruppo, che moltiplica ciò che non può un solo individuo.
La natura ha così garantito che anche la più piccola formica possa vivere grazie al grande formicaio, ma anche i lupi, nella Siberia, possano vivere procacciandosi cibo (prede grandi) grazie alla collaborazione e alla comunicazione. Se noi siamo agitati, lo trasmetteremo al cane. Se noi siamo sereni, lui ne gioverà e così via. Un esempio? Se ci mettessimo a scappare urlando, anche il cane scapperebbe con noi. Uno spazio importante riguarda la “Fuga” (paura). Nel cane esistono ben tre risposte alla paura. La prima salta completamente il controllo del cervello, quindi è una reazione, noi lo chiameremmo “riflesso incondizionato”.
Succede quando è necessaria una risposta immediata, come mettere la coda tra le gambe. La seconda è un percorso più “razionale” dove ci sarà un po’ di ragionamento per avere la risposta che sembri migliore. Qui si colloca l’addestramento atto a prevenire reazioni di paura. Infine la terza è la cosiddetta “via regale” genera sensazioni di paura il cui scopo è evitare quei momenti o situazioni più a rischio. Questa è la via di apprendimento più complicata.
La Fame
Naturalmente la fame è un impulso primario, rappresentato dall’istinto predatorio. Le emozioni cosa sono allora? “Impulsi ad agire, guidati da stati d’animo che mediano e determinano che tipo di risposta si avrà”. Per un cane anche le emozioni sono fondamentali e il loro appagamento è importantissimo altrimenti si hanno come conseguenza stati di ansia, stress, fobie e così via. Le emozioni vanno appagate, ma non assecondate subito, piuttosto meglio canalizzarle in qualcosa di utile. Nel cane sono la base dell’apprendimento. Pensate a una lezione o a uno sport. Come mai si imparano tante nozioni o tante tecniche diverse? Perché ci si emoziona. E se si provano zero emozioni? Non si impara nulla!
Però è anche vero che non basta solo provare l’emozione: questa si deve arricchire di quegli stimoli mentali che sono detti nel cane rinforzi. Ad esempio un uomo di fronte a una grande fatica, come svuotare un magazzino di merce, si aspetta di ricevere qualcosa, affinché il giorno dopo si ripeta l’azione. Che sia uno stipendio, la lode di qualcuno di importante (importante per noi) oppure la possibilità di permettersi le ferie e delle vacanze in un posto piacevole. Bene, per il cane è lo stesso.
Il rinforzo è un premio (gioco, cibo, carezza dal padrone) che insieme all’emozione positiva innesca il ripetersi di una determinata azione. Qualche volta, senza accorgercene, premiamo addirittura nel cane comportamenti sbagliati e il cane pensa che noi siamo felici. Immaginiamo il cane che ci poggia la zampa sulla gamba o salta addosso e riceve enfasi e carezze, sguardi, prima assenti. Per lui sono rinforzi e premi. Ha ottenuto la nostra attenzione e lo ripeterà.
“Lì dove è il tuo tesoro, lì sarà anche il tuo cuore”, per cui se proviamo tanta passione per qualcosa, sarà quella a motivarci. Noi troveremo la strada. Ma per trovare la strada migliore, occorre procedere per una via di ragionamenti che siano indirizzati anche a fare tutto nel migliore dei modi. Il cane cercherà sempre la via facile e anche quella priva di conflitti.
Il suo istinto, come nel lupo, non è quello di “sprecare energie”, ma di conservarle. Solo nella maternità ci saranno piccole eccezioni (salvare i cuccioli è più importante a volte della sopravvivenza), ma è l’eccezione. Un’altra condizione per le emozioni? Provarle! Provate a motivare un cane apatico, come un bassethound annoiato. Sarà difficilissimo fargli fare qualcosa! Un cane troppo iperattivo, non saprà concentrarsi per capire che gli stiamo dicendo.
L’ideale è che ci sia vivacità di attenzione, propositività, voglia di fare: questo veicola ottime emozioni e avvantaggia l’apprendimento. Ultima cosa, sono le doti naturali, la predisposizione, il talento diremmo noi, a influenzare le emozioni. Chi inizierebbe volentieri una maratona sapendo di non poterla finire se non con enorme difficoltà? Chi vorrebbe provare a dipingere la Cappella Sistina se non sapesse impugnare un pennello? O riparare una moto se non si sa nulla di motori? Correre, fare qualcosa, sarà sempre più piacevole, tanto più ci si sentirà portati, nel farlo.
Rita D’Ambrosi, CRI Bassa Sabina