Pasqua, la strage degli innocenti
Come ogni anno, l’arrivo delle festività pasquali coincide con la mattanza di agnelli destinati alle cucine, secondo un’usanza a dire il vero sempre più contestata da una fetta crescente di “consumatori” in tutta Italia.
Le battaglie di associazioni animaliste e di singoli cittadini contro quella che agli occhi di molti appare un’inaccettabile strage di vite innocenti, frutto di una discussa interpretazione di tradizioni culturali e religiose sopravvissute a secoli di storia, trovano oggi nella rete un prezioso alleato, grazie al forte impatto di foto e video che documentano in maniera diretta l’uccisione dei piccoli animali strappati con violenza alle madri in vista della macellazione.
Ogni anno in Italia sono oltre due milioni gli agnelli e i capretti che vengono uccisi per finire sulle tavole degli italiani in occasione delle festività pasquali, sacrificati per questa ricorrenza religiosa che, mentre celebra la resurrezione, condanna a morte tanti animali per un consumo non necessario.
Più di 3 milioni di animali, tra ovini e caprini, vengono macellati ogni anno per finire sulle nostre tavole con un’impennata proprio durante le festività pasquali e natalizie, quando si macellano il triplo degli animali rispetto ad altri periodi. Gran parte degli agnelli e dei capretti in questi giorni arrivano dai Paesi dell’Est Europa, ammassati su camion viaggiando per lunghissime tratte fino a giungere ai macelli di destinazione dove, immobilizzati e appesi per una zampa, sentono le grida di terrore dei loro simili e percepiscono l’odore del sangue prima di finire sgozzati.
Ogni anno la scena si rinnova. Il triste primato delle macellazioni di ovini e caprini spetta alla Sardegna e al Lazio seguite, ma in percentuali minori, da Puglia, Campania e Toscana.
Invitiamo i cittadini a fare un gesto concreto rinunciando alla carne tradizionalmente portata in tavola a Pasqua. Rinunciare alla sofferenza degli agnellini e capretti è un gesto di pace. Pasqua d’amore e resurrezione si dice, solo che noi la festeggiamo scannando, scuoiando e decapitando capretti e agnellini che ad un mese di vita sono stati strappati alla madre per finire sui nostri piatti .
Questa crudele e per nulla cristiana realtà dovrebbe indurci a smettere di festeggiare la “Santa Pasqua dell’abbuffata, della carneficina, dell’ingordigia, della crudeltà.” Anche a Rieti abbiamo detto no a questo massacro grazie all’iniziativa di un gruppo di animalisti vegani reatini che, autotassandosi hanno tappezzato la nostra città con maxi manifesti colorati e pieni di vita, per lanciare un messaggio di pace.
Messaggio in cui ci riproponiamo di essere sorridenti e positivi, non convinceremo nessuno a rinunciare all’agnello con l’aggressività. Saremo perciò quello che siamo: un esempio di gioia di vivere nell’essere vegetariani o vegani.
Anche Papa Francesco ha invitato i fedeli e noi tutti, soprattutto i potenti della terra, a non seminare morte e distruzione, discorso traducibile come appello al rispetto del pianeta e delle sue creature.
“Non uccidere” non è un monito per i cristiani, ma un dovere etico e morale che riguarda tutti noi e abbraccia il rispetto della vita in tutte le sue forme.
Raffaella Cuomo, volontaria