Nata a Castelnuovo di Farfa una colonia felina, Marco: “Serve quella dialettica politica in grado di rappresentare tutti i cittadini”
Nasce a Castelnuovo di Farfa la Colonia Felina Marco G., istituita in via San Donato è stata riconosciuta con Protocollo n° 75488/24 del 24/10/2024 dalla Azienda Sanitaria Locale Rieti. Una iniziativa che parte da un privato cittadino alle prese con gatti randagi nati da gatti di proprietà liberi sul territorio e non sterilizzati, per mancanza di cultura e azioni pubbliche di sensibilizzazione.
“Se la legge non obbliga i privati a microchippare i gatti e a sterilizzarli esiste almeno una sterilizzazione obbligatoria per le colonie feline – spiega Marco, pensionato della Guardia di Finanza – con questa iniziativa, e cioè con il riconoscimento della colonia, sto iniziando un percorso di dialogo ufficiale, sia con la cittadinanza che con le istituzioni. In particolare, nel giugno scorso, mi recai dal sindaco per chiedere un aiuto, un supporto che non fosse solo di distribuzione di crocchette ma soprattutto nella cattura, sterilizzazione e nella sensibilizzazione verso coloro che hanno gatti di proprietà non sterilizzati, sia in via San Donato che nella campagna a ridosso e che di conseguenza alimentano la nascita di gatti randagi. Questa mancata attivazione (sono stato contattato solo da volontari disorganizzati nella cattura, che invece ritengo fondamentale) mi sta provocando problemi enormi soprattutto di natura economica (ma non solo, di limitazione del vissuto personale e di stress). I miei gatti di proprietà (tre) sono stati sterilizzati subito, se avessi avuto vicini consapevoli non ci sarebbe stato bisogno di istituire una colonia felina. Far ricadere su privati cittadini, o su associazioni di volontariato, il prodotto di questo modo di agire e pensare, è assolutamente ingiusto, perché sia noi singoli che le associazioni veniamo affogati da cucciolate che ormai nascono tutto l’anno e sono il prodotto di questa incuria “.
E se non esiste ancora una legge nel Lazio che obblighi sia alla sterilizzazione che al microchip (altre Regioni, come la Lombardia, hanno già istituito l’obbligo di microchippatura e sterilizzazione dei felini), così come spiegato dalle associazioni nazionali di categoria (Oipa-Lav etc), esiste comunque una strada del buon senso, oltre al fatto che la normativa prevede che un gatto di proprietà debba essere accudito adeguatamente all’interno della proprietà, in particolare l’articolo 2052 del codice civile stabilisce che il proprietario di un animale ne è responsabile anche per i danni che può arrecare a terzi “anche se non microchippato”, quindi se il gatto causa, ad esempio, un incidente mortale, c’è anche una responsabilità penale, così come qualsiasi altra problematica meno grave”.
“Nelle culture a estrazione pastorale/contadina, come la nostra, si ha l’abitudine di far entrare ed uscire i gatti di proprietà da casa e si rifiuta l’idea della sterilizzazione, con questo comportamento, ci ha spiegato l’Oipa- prosegue Giuliani – non si fa del bene ai gatti, si fa solo del bene a se stessi perché si soddisfa solo il proprio ego, non si dà benessere ai gatti perché un loro incremento rischia di provocare morti precoci e di far aumentare l’intolleranza sia verso i gatti che verso i cosiddetti gattari, con possibili rischi di aggressione. Bisognerebbe dire alle persone contrarie alla sterilizzazione che costa di meno sterilizzare una gatta che dar poi da mangiare a tutti i gatti che genererà perché non sterilizzata (decine in un solo anno), certo poi ai compaesani cosa importa, tanto ci siamo noi poveri volontari ad alimentare i figli randagi dei loro gatti! Inoltre possono subentrare problemi diversi, il gatto randagio può ammalarsi con più facilità ed è difficile curarlo, si possono diffondere malattie come la rinotracheite felina, la Felv o la Fiv, che possono essere trasmesse anche ai gatti di proprietà, quindi questi poveri amici a 4 zampe sono spesso condannati a morire senza cure, con le sofferenze che ne conseguono. Tutti sanno che i costi dei veterinari sono altissimi, non possiamo permetterci, oltre al cibo già costoso, cure onerose e a volte nemmeno di trattarli con gli antiparassitari, chi ha un gatto di proprietà è cosciente delle spese e dei costi per le cure mediche, i farmaci, gli antiparassitari, le vaccinazioni, l’alimentazione, oltre che per le sterilizzazioni. Ho in questo momento un gatto ricoverato in una Clinica Veterinaria privata e naturalmente sono a carico personale le spese. Inoltre quando i gatti aumentano in maniera sconsiderata c’è l’abitudine di prelevarli e catapultarli in altre zone con danno per i nuovi territori, perché non sono sterilizzati prima del rilascio, altri muoiono sulle strade, molti vanno a morire lontano seguendo le gatte in calore. Per le femmine la riproduzione è un atto molto doloroso così come il rischio di contrarre malattie e di morire a causa delle complicazioni del parto. Ma di questi aspetti probabilmente i proprietari dei gatti non sono al corrente”.
“Le colonie, ricordiamolo, nascono anche a tutela dei gatti stessi, della loro incolumità e per prevenire il randagismo, mi auguro che questi felini di Castelnuovo siano tutelati, protetti dal Sindaco (diventando di sua proprietà) e che questa colonia non si trasformi invece in un punto nel quale scaricare solo altri cuccioli, o gatti problematici e anziani – conclude Marco – a Castelnuovo mi dicono che esiste un ufficio responsabile dei diritti degli animali, potrebbe prendere in carico la situazione e cercare una soluzione bonaria, di buon senso, attraverso un’opera di sensibilizzazione – conclude Giuliani – la sterilizzazione risolve in parte perché se non si lavora sulla mentalità il fenomeno sarà irreversibile. La mia vita è stata stravolta e questo stravolgimento non è stato agevolato da un cambiamento sociale nel paese. Non è stata attivata ancora quella dialettica politica in grado di rappresentare tutti i cittadini. Il Comune potrebbe emettere intanto una ordinanza che obblighi i proprietari dei gatti a tenerli in casa, spiegando insieme l’importanza della sterilizzazione, l’Ufficio Diritti del Comune potrebbe invece organizzare dei colloqui con queste persone, il fenomeno deve essere bloccato perché non danneggia solo noi privati, ma a cascata il Comune stesso”.
Al Comune di Castelnuovo di Farfa viene chiesto di attivare una campagna di sensibilizzazione in tempi rapidi, aiutare nella cattura e trasporto dei gatti a Rieti, apporre una cartellonistica e una telecamera, individuare un luogo su via San Donato nel quale organizzare un sito protetto e condiviso nel quale posizionare dei distributori automatici e delle cucce per i gatti più bisognosi.