Le Zecche, parassiti pericolosi per animali ed uomo – DOVE VIVONO, CHI MORSICANO E COSA FARE SE PUNTI

Con l’arrivo della primavera tornano anche le Zecche (in foto) parassiti capaci di rimanere adesi alla pelle di cani, gatti, ma anche persone. E’ facile trovarle in cespugli, prati, sentieri, corsi boschivi umidi, con una attività più intensificata attorno ai 600 metri di altitudine. Una volta sulla pelle, tramite l’apparato boccale pungono ed iniziano a succhiare il sangue gonfiandosi, rendendosi di conseguenza anche più visibili agli occhi di chi se le ritrova addosso.
Le Zecche hanno otto zampe con una livrea piatta. E’ sufficiente sfiorarle per ritrovarsele sulla pelle dove vi rimangono per alcuni giorni fino a sazietà. Una volta soddisfatte si lanciano cadendo a terra a pancia piena. Il problema è per il corpo che le ha dovute ospitare magari inconsapevolmente. I danni provocati dalle Zecche sono anche mortali. I possessori di animali domestici, i Forestali, veterinari e allevatori, sono i soggetti umani più a rischio. Questo fastidioso parassita , purtroppo, trasmette la Malattia di Lyme (LEGGI), l’Ehrlichiosi (LEGGI), le Febbri Bottonose da Rickettsiae (LEGGI) e la Turalemia (LEGGI).
Di seguito i consigli dell’Istituto Superiore della Sanità (aggiornati all’ 1 giugno 2022) su cosa fare nel caso si sia punti da una Zecca
Rimozione della zecca
Cosa non fare:
- non utilizzare mai per rimuovere la zecca: alcol, benzina, acetone, trielina, ammoniaca, olio o grassi, né oggetti arroventati, fiammiferi o sigarette per evitare che la sofferenza indotta possa provocare il rigurgito di materiale infetto e un ulteriore affondamento del parassita nella pelle dell’ospite.
Cosa fare:
- la zecca deve essere afferrata con una pinzetta a punte sottili, il più possibile vicino alla superficie della pelle, e rimossa tirando dolcemente cercando di imprimere un leggero movimento di rotazione. Attualmente si possono trovare in commercio degli specifici estrattori che permettono di rimuovere la zecca con un movimento rotatorio
- durante la rimozione bisogna prestare la massima attenzione a non schiacciare il corpo della zecca, per evitare il rigurgito che aumenterebbe la possibilità di trasmissione di agenti patogeni
- dopo la rimozione della zecca, disinfettare la zona, evitando l’utilizzo di disinfettanti che colorano la cute, come la tintura di iodio
- evitare di toccare a mani nude la zecca nel tentativo di rimuoverla, le mani devono essere protette (con guanti) e poi lavate
- spesso il rostro rimane all’interno della cute: in questo caso deve essere estratto con un ago sterile o con pinzette a punte sottili adeguatamente sterilizzate
- è consigliabile conservare la zecca in una boccetta con alcol al 70% per una successiva identificazione morfologica ed eventuale isolamento di patogeni, in caso di comparsa di sintomi per poter ricevere cure mirate e medicine specifiche. In caso di malattia, informare quanto prima il medico della data e della località in cui si è venuti a contatto con la zecca
- dopo la rimozione effettuare la profilassi antitetanica
- rivolgersi al proprio medico curante nel caso si noti un alone rossastro che tende ad allargarsi oppure febbre, mal di testa, debolezza, dolori alle articolazioni, ingrossamento dei linfonodi.
Uso di antibiotici
La somministrazione di antibiotici per uso sistemico nel periodo di osservazione è sconsigliata, perché può mascherare eventuali segni di malattia e rendere più complicata la diagnosi. Nel caso in cui, per altre ragioni, fosse necessario iniziare un trattamento antibiotico, è opportuno impiegare farmaci di cui sia stata dimostrata l’efficacia sia nel trattamento delle rickettsiosi che delle borreliosi.
Foto: Erik Kartis – Pixabay