Ecco il sorriso di Garibaldi! Ce l’abbiamo fatta, siamo riusciti a farlo uscire dal canile dopo 7 anni
I tuoi occhi scuri, tristissimi dietro le sbarre arrugginite del box di un canile qualsiasi, bucavano l’anima.
La tua zampa appoggiata alle sbarre, quasi a voler toccare l’aria, la terra e l’erba che vedevi, ma solo da lontano. Una ciotola d’acqua non sempre pulita e tanta tanta solitudine. Questa è stata la tua vita per sette lunghissimi anni, Garibaldi. (LEGGI)
Tu, un bellissimo meticcio taglia media, sei stato abbandonato e sei finito in canile a cinque mesi e da lì non sei mai più uscito. La tua vivacità di cucciolo chiusa in pochi metri di cemento, la tua voglia di carezze e di affetto relegata a quei pochi momenti in cui venivano a trovarti le volontarie dalle quali reclamavi attenzioni abbaiando e gemendo.
Quanto amore avevi da dare Garibaldi! Quanti anni d’amore sprecati dietro a quelle maledette sbarre!!
Nei canili c’è tutto l’amore di cui ha bisogno questo mondo alla deriva, basterebbe che le persone adottassero da lì invece di comprare cuccioli nei negozi, per rendere felici tante povere creature!
Povere anime, condannate senza colpa ad una pena infinita, un ergastolo fatto di privazioni, solitudine e molto spesso di maltrattamenti e angherie.
Creature piegate nella loro dignità, alle quali, insieme alla libertà, l’uomo ha tolto anche la gioia di vivere. Storie già scritte che si consumano un pezzetto alla volta in tanti lunghissimi anni di solitudine e tristezza passati in una gabbia, senza mai uscire. Vite negate, bruciate dal sole dell’estate o congelate nelle gelide notti d’inverno. Vite passate a sognare di correre su un prato, di dormire al calduccio su un divano o a sentire sulla pelle mani buone che li accarezzano. Cani che entrati in canile da cuccioli come Garibaldi ne sono usciti solo da morti.
Mano mano che passano gli anni infatti, diventa sempre più difficile per queste creature trovare un’adozione, quasi impossibile se, come per Garibaldi, hanno contratto la Leishmaniosi.
I cani che risiedono nei canili situati in zone endemiche, dove la malattia è presente, di solito sono più facilmente contagiati poiché risiedendo all’aperto e possono così essere infettati dagli insetti vettori.
E’ una malattia che fa paura, ma la convivenza e il contatto fisico con un cane malato non costituiscono un pericolo di trasmissione per l’uomo della Leishmaniosi canina. L’uomo rappresenta un ospite occasionale e può infettarsi solo attraverso la puntura dell’insetto. Non esistono evidenze scientifiche che i proprietari di cani infetti siano a maggior rischio rispetto alle altre persone.
I protocolli terapeutici poi sono oggetto di continui studi e verifiche di efficacia ed attualmente alcuni soggetti possono guarire. Cani che reagiscono molto bene alla cura possono continuare a vivere anni senza più manifestare i sintomi ed alcuni possono negativizzarsi siero logicamente.
E gli anni di solitudine e di privazioni in canile cominciano a pesare anche a chi, come te Garibaldi, hai un carattere forte e gioioso. Lentamente stavi perdendo la voglia di mangiare, di affacciarti a quella grata per sognare che forse oggi sarà il giorno giusto, forse oggi qualcuno per te verrà. E cosi te ne stavi acciambellato sul cemento del tuo box, depresso, cercando di dormire, dormire sempre, per rendere più sopportabile una vita diventata insopportabile.
Stavi aspettando solo di morire, per poter finalmente correre nei prati dell’arcobaleno, libero…
Però alla tua storia Garibaldi, al tuo piccolo grande cuore, abbiamo dato un finale diverso.
Un finale che abbiamo scritto tutti insieme, noi di “Tesori a quattro zampe” che con il nostro appello abbiamo fatto conoscere il tuo musone e i tuoi occhi tristissimi e tutti voi (siete stati veramente tantissimi) che lo avete condiviso e sostenuto anche a migliaia di chilometri di distanza, facendolo arrivare alle persone giuste. Due ragazze dolcissime che hai subito conquistato la settimana scorsa, facendo il piacione e il coccolone.
Le loro carezze ti hanno riportato in vita, riaccendendo in te la speranza che stava morendo.
Oggi, quando quella maledetta porta si è fianlemtne aperta, tu sei nato di nuovo. La tua gioia incontenibile ha commosso tutti! Hai saltato, ti sei rotolato per terra, hai dato mille bacetti alle ragazze che ti hanno adottato, dimostrando loro tutto l’amore e la riconoscenza che ti stava scoppiando nel cuore!
Garibaldi, dopo una vita in canile da oggi sei libero.
Puoi annusare nell’aria l’arrivo della Primavera, puoi correre dietro ai gatti, amare ed essere amato, puoi non avere più paura….
Sei libero di vivere quella che sarebbe dovuta essere la tua vita molti e molti anni fa, se solo non ti avessero abbandonato!
Nella foto, insieme alla tua nuova famiglia appena fuori dal canile, sembra che sorridi. Ho pianto guardando quella foto.
Corri, salta, ama, annusa, scava, nuota, mangia dolcissimo Garibaldi, fallo fino allo sfinimento, fallo per recuperare il tempo perduto, fallo anche per chi, chiuso in un gelido box, spera ancora…
Articolo di: Raffaella Cuomo, volontaria Enpa.
NELLA FOTO: GARIBALDI DURANTE LA SUA PERMANENZA AL CANILE, STREMATO DALLA DEPRESSIONE