Il cane, un comunicatore nato
Tutti gli animali possiedono la capacità di comunicare tra di loro.
Il cane è un animale sociale e quando un individuo divide la propria vita con altri simili ha bisogno di stabilire delle regole sociali per il benessere di tutti, stabilire dei ruoli che possano aiutare il gruppo a mangiare, difendersi, crescere i cuccioli, ecc. e stabilire un linguaggio comune per evitare scontri potenzialmente fatali. Il linguaggio comune usato dai cani utilizza vari canali mediatici: visivo, uditivo, olfattivo/feromonale, tattile.
Quando due specie decidono di dividere la vita per diventare un gruppo misto devono stabilire un patto comunicativo, cioè devono trovare un canale comunicativo che gli permetta di comprendersi, senza cadere in errori di semantica (di significato) e semiotica (di segno).
I CANI HANNO EREDITATO IL PATRIMONIO COMUNICATIVO DAI LUPI
Il cane utilizza i movimenti del corpo, della coda, orecchie, lo spostamento del baricentro, la mimica facciale e degli arti per garantire al destinatario del messaggio le proprie intenzioni. Questi segnali comprendono posture e movimenti particolari e possono essere utilizzati anche nella comunicazione uomo-cane. Per evitare conflitti i cani utilizzano i SEGNALI CALMANTI E DI PACIFICAZIONE, un insieme di posture e movimenti che fanno slittare le intenzioni del ricevente da uno stato conflittuale ad uno et-epimeletico ovvero di richiesta di cure, inoltre, inaugurano un incontro formale corretto, per prevenire determinati eventi, o sono utilizzati per calmarsi in situazioni stressanti, per calmare un partner o stemperare le problematicità.
L’ABILITÀ DEL CANE DI UTILIZZARE QUESTI SEGNALI È INNATA
Questa abilità è determinata dalla filogenesi, ovvero dalla storia della specie, ma può essere rafforzata dall’ontogenesi, ovvero dall’apprendimento, così come può essere persa se per esempio il cane non ha possibilità di esprimere la propria socialità perché privato dei contatti con i simili (come capita a volte a cani detenuti in casa o che escono sempre al guinzaglio senza mai poter sperimentare la libertà di stare con i propri simili).
L’INCONTRO TRA CANI: IL GALATEO CANINO
Quando due cani che non si conoscono si incontrano al parco in libertà, prima di toccarsi, si osservano per un attimo, girano la testa, aprono la bocca, lasciano il tempo all’altro di accertarsi con l’olfatto chi gli sta di fronte e nel caso lasciano l’altro decidere di non avvicinarsi, si muovono lentamente e attraverso una curva raggiungono il partner per annusarsi e solo se si sentiranno sufficientemente in confidenza si toccheranno. Tutto questo può essere definito “Galateo Canino”. Quanto detto è utile per capire che il loro modo di approcciarsi e di rispettare delle distanze è molto dissimile dal nostro che, invece, è molto fisico e diretto (pensate a quando ci presentiamo ad uno sconosciuto, allunghiamo la mano, invadiamo il suo spazio, lo tocchiamo e lo guardiamo negli occhi muovendoci verso di lui in linea retta, tutto l’opposto di quello che farebbe un cane).
QUANDO INCONTRIAMO UN CANE DIAMOGLI IL TEMPO OSSERVARCI
di comunicarci le sue intenzioni, per esempio, scodinzolando con la coda portata a media altezza e la bocca aperta e cerchiamo di essere coerenti con il nostro pensiero, quindi se abbiamo intenzioni amichevoli facciamo una semicurva per raggiungerlo e rimaniamo in una posizione laterale rispetto a lui evitando di spostare il nostro baricentro in avanti entrando nella sua zona intima, poiché potrebbe preoccuparlo o infastidirlo.
Quando incontriamo, invece, un cane al guinzaglio dovremmo essere ancora più cauti. Chiediamo sempre al proprietario prima se è possibile accarezzare il cane, ma non fidiamoci solo di questo, leggiamo quello che il cane ci comunica. Per esempio, se il cane non ci guarda mai, devia lo sguardo, si lecca il naso o cerca rifugio dietro il proprietario non deve essere avvicinato perché non lo desidera, invece se il cane è tranquillo, scodinzola, ci guarda ma non mantiene lo sguardo fisso ma cerca di evitare di guardarci negli occhi, ma mostra interesse verso di noi è probabile che voglia un contatto. Se non conosciamo il cane e questo è di taglia grande NON ACCUCCIAMOCI, potrebbe essere pericoloso! Mentre se il cane è di taglia piccola ed esprime gioia nel vederci accucciamoci così da rassicurarlo delle nostre intenzioni.
CI SONO POI DEI SEGNALI CHE I CANI USANO PER COMUNICARE DISAGIO O STRESS
Per esempio, lo sbadiglio, lo starnuto, il grattarsi, il leccarsi il naso possono indicare uno stato emozionale negativo che non deve essere sottovalutato. Quando il cane esprime questi segnali potrebbe trovarsi in una situazione stressante, che non lo rende tranquillo. Attenzione allora poiché se il cane che viene abbracciato dal bambino di casa sbadiglia, gira la testa, o si gratta, sta comunicando precisamente che quel gesto non è gradito e che desidera che il partner smetta l’interazione. Se il cane avrà possibilità di uscire dall’interazione si allontanerà, ma se il cane è al guinzaglio, o è abbracciato quindi impossibilitato a divincolarsi e allontanarsi metterà in atto dei comportamenti aggressivi.
Proprietario e cane devono stabilire un PATTO COMUNICATIVO fatto di segnali che entrambe le specie comprendano il cui significato e segno coincidano, per evitare errori di semantica e semiotica che spesso sono causa di comportamenti inadeguati, aggressivi o semplicemente comportamenti che preoccupano il cane e lo spingono a difendersi.
L’AMORE è COMPRENSIONE!
Dott.ssa Cristiana Matteocci, Medico Veterinario esperto in comportamento animale FNOVI, Educatore cinofilo SIUA e FICSS, Consulente riabilitativo CREA in formazione.