L’AVVOCATO RISPONDE – Animali nei locali pubblici od ospedali – Come comportarsi
Nuovo appuntamento con la rubrica di Tesori a quattro zampe L’AVVOCATO RISPONDE, a cura dell’avvocatessa Giada Bernardi.
La possibilità di portare con noi il nostro amico a quattro zampe è spesso stato un elemento determinante nella scelta di un ristorante o altro luogo aperto al pubblico, cioè quei luoghi di proprietà privata che però sono accessibili al pubblico, secondo regole stabilite dal proprietario o gestore.
Il divieto di ingresso degli animali in un esercizio commerciale è sicuramente soggetto a decisioni prese dal proprietario dello stesso ma, nel caso in cui ci sia la volontà di far accedere gli animali, in presenza di generi alimentari bisogna attenersi comunque ad alcune regole. Il che significa come un eventuale diniego del gestore del bar e/o ristorante sia, proprio perché trattasi di luogo privato aperto al pubblico, insindacabile. La Federazione Italiana Pubblici Esercizi consente l’accesso ai cani nei luoghi aperti di pertinenza dei ristoranti, purchè abbiano museruola e guinzaglio. L’eventuale divieto deve essere evidenziato con cartelli o appositi adesivi affissi sulla porta d’ingresso dell’esercizio commerciale.
Il D.P.R 320/54 è il regolamento di Polizia Veterinaria che regola a livello nazionale l’ammissione degli animali nei locali pubblici e stabilisce, all’art. 83, che i cani possono essere portati nelle vie o negli altri luoghi aperti al pubblico solo se tenuti al guinzaglio e hanno la museruola.
Il regolamento di polizia veterinaria vieta l’ingresso di animali domestici solo nei locali dove si preparano, manipolano, trattano e si conservano gli alimenti (come le cucine). Sul punto è anche intervenuto il Ministero della Salute con due note: nota n. 11359 del 27.03.2017 e nota n. 23712/2017 del 7.06.2017, nelle quali i chiarisce che, se il regolamento Comunale non dispone diversamente, è possibile far entrare il cane nei supermercati, a condizione che il titolare dell’esercizio commerciale prenda precauzioni per evitare il contatto tra l’animale e gli alimenti
Il guinzaglio è obbligatorio anche qualora si desideri portare il nostro piccolo amico sui mezzi pubblici, quali metropolitana, autobus, treni o taxi. Da rammentare come alcune aziende di trasporti possano imporre delle limitazioni all’ingresso degli animali, ragion per cui è sempre opportuno – specie quando si deve affrontare un viaggio lungo – informarsi. A seconda delle città anche il prezzo del biglietto per l’animale può variare
La possibilità di far viaggiare gli animali in taxi dipende, invece, dal regolamento comunale: è sempre, comunque, consigliabile dare avviso della notizia della presenza degli animali al momento della chiamata della vettura e chiedere che venga inviato un taxi che accetta gli animali a bordo. Per viaggiare in treno sarà necessario portare il certificato di iscrizione all’anagrafe canina e il libretto sanitario del cane e/o del gatto da esibire al personale di bordo che ne faccia richiesta. Il costo del biglietto varia a seconda delle dimensioni e tipologia dell’animale. Una particolare disciplina è riservata all’accesso degli animali nelle strutture ospedaliere, regolato dalla Delibera Regionale 2046/2013 denominata “Approvazione della disciplina per l’accesso di animali d’affezione nelle strutture ospedaliere pubbliche e private in caso di paziente ricoverato”.
Ogni struttura ospedaliera deve avere un proprio Regolamento interno, predisposto dal Comitato per il controllo delle infezioni e approvato dalla Direzione Sanitaria, che integri le disposizioni contenute nel dispositivo regionale, con le peculiarità di ogni struttura. Regolamento che deve prevedere le diverse modalità differenti di accesso degli animali d’affezione nelle aree esterne agli edifici di ricovero e cura di pertinenza della struttura ospedaliere, nelle aree interne comuni (sala d’attesa, corridoi, terrazze…) e nei reparti di degenza.
Sono ammessi all’interno delle strutture ospedaliere unicamente cani che devono essere condotti con guinzaglio e museruola da persone in grado di gestirli e gatti che devono essere tenuti nell’apposito trasportino e, se liberati, devono essere mantenuti con idoneo guinzaglio. In alcuni ospedali della Francia può fare ingresso un cavallo, Pejo, che ha il dono di individuare i pazienti più fragili ed affetti dalle patologie più gravi e porta loro conforto e giovamento.
I cani sono ammessi all’interno dell’Ospedale se:
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è essere iscritto all’anagrafe degli animali d’affezione
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è condotto al guinzaglio ed avere la museruola, che può essere tolta durante l’incontro con il paziente
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è condotto da persone in grado di gestirlo
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è dotato di una polizza assicurativa per danni contro terzi
L’accompagnatore del cane deve avere con sé il libretto sanitario dell’animale nel quale sia indicato l’iter vaccinale seguito, unitamente ad un certificato veterinario, non antecedente a 15 giorni dall’ingresso in struttura, che attesti la buona salute dell’animale, l’assenza di qualsiasi sintomatologia clinica riconducibile a malattia trasmissibile ed assenza di parassitosi di qualsivoglia natura
Il Gatto è ammesso nella struttura ospedaliera se:
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è tenuto nell’apposito trasportino, almeno fino al letto del paziente e se liberato deve avere con idoneo guinzaglio;
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è portato da persone in grado di gestirlo e avere il pieno controllo dell’animale;
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è assicurato per danni contro terzi;
L’accompagnatore del gatto, così come quello del cane, deve avere con sé il libretto sanitario dell’animale nel quale sia indicata la profilassi vaccinale ed a cui si accompagna un certificato veterinario che attesti la buona salute dell’animale, assenza di qualsiasi sintomatologia clinica riconducibile a malattia trasmissibile ed assenza di parassitosi. Anche per il gatto la certificazione non deve essere antecedente i 15 giorni all’accesso dell’animale nella struttura. Tutti gli animali devono essere, ovviamente, puliti e ben spazzolati.
Giada Bernardi, avvocatessa