Un messaggio da Polar
Ricordo il rumore delle macchine che sfrecciavano vicinissime a me e tanto tanto dolore sulla mia pelle bruciata. Mi sono acciambellata per sentire meno freddo e dolore e piano piano mi stavo lasciando andare alla febbre e ad un sonno che sapeva di morte. La morte per me in quel momento sarebbe stata solamente una liberazione.
Sono una piccola meticcia di quattro mesi ed ho già conosciuto la crudeltà umana nella sua forma più terribile e violenta. Chi avrebbe dovuto amarmi e proteggermi, perché piccola e indifesa, ha invece sfogato su di me e sul mio povero corpicino le sue insane frustrazioni bruciandomi con dei mozziconi di sigarette in ogni parte del corpo privandomi del cibo e maltrattandomi in ogni modo.
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Non contento, questo essere disgustoso, credendo di avermi uccisa mi ha buttata via come uno straccio, sul ciglio di una strada con la febbre altissima e con bruciature ovunque. Quando ormai mi stavo lasciando andare ho sentito una voce e delle braccia che mi hanno sollevata da terra e avvolta con delicatezza in un asciugamano.
Era Maria, una splendida volontaria che credendomi morta si era avvicinata al mio corpicino scheletrico per raccoglierlo e toglierlo dalla strada. Invece il mio cuoricino ancora batteva e Maria è corsa dal veterinario per tentare di salvarmi. Ho fatto tante flebo e ho preso tante vitamine, ma soprattutto mi hanno dato da mangiare, un poco per volta perché il mio stomachino non era più abituato al cibo. Maria mi ha portata a casa di Antonella, un’altra umana dolcissima, che appena mi ha vista così malconcia si è commossa e mi ha avvolta in un plaid stringendomi al suo cuore.
Io che ho conosciuto l’inferno mi sono fidata e accoccolata in quell’abbraccio tanto stretto che sentivo il cuore di Antonella che batteva vicino al mio. Per la prima volta mi sono sentita amata e protetta e non ho avuto più paura della vita, dell’essere umano. All’inizio quando Antonella mi riempiva la ciotola ringhiavo se si avvicinava qualcuno per paura di restare senza pappa, come mi succedeva sempre prima, quando ”lui” non mi dava da mangiare per giorni e giorni. Poi con il passare del tempo mi sono tranquillizzata e ho capito che da Antonella ci sarà sempre una ciotola di pappa per me e per i miei fratelloni. Eh sì fratelloni, perché qui vivono altri pelosetti che mi hanno subito accolta benissimo, a parte Pelo che è un pò geloso. Ma lo capisco.
Come non essere gelosi quando si ha la fortuna di incontrare una persona splendida come Antonella? Lei e’ una volontaria che oltre me aiuta tantissimi altri cani, quelli chiusi nei canili o quelli randagi, riuscendo a trovare loro delle famiglie che li adottano, restituendo loro la vita e la dignità. Ho passato giorni veramente difficili, non riuscivo a camminare e neanche ad alzarmi sulle zampette, ma lentamente ce l’ho fatta e adesso giro tutto il giorno nel cortile. Antonella mi ha comprato tanti vestitini per coprire le bruciature sul mio corpicino e non farmi ricordare quello che ho passato.
Adesso ho anche un nome Polar, forse per il colore bianco del mio pelo. Vorrei dire a voi umani che sarei morta, come tanti miei fratelli, uccisa dalla crudeltà e dall’indifferenza umana se Maria non si fosse fermata, se Antonella non mi avesse accolta ed amata, non giratevi dall’altra parte pensando “è solo un cane” anche noi abbiamo un cuore che batte come voi.
Raffaella Cuomo, volontaria